La Playstation non è stata la mia prima console, ma di certo quella più amata.
Ho avuto modo di provare il Sega Master System, il grandissimo Game Gear e il Nintendo 64, prima di arrivare alla Playstation. Con il Nintendo 64 ho passato interi pomeriggi a casa di un amico, a cercare di finire (invano) Star Wars: Shadows of the empire. Dico invano perchè ai tempi non esistevano guide online, o video su youtube per andare avanti, e in due persone non riuscivamo a trovare una minuscola ma importantissima strada. Giusto qualche anno fa, ho scoperto che non ero il solo ad avere questo problema, bensì per trovare la via bastava aumentare la luminosità del televisore e magicamente sarebbe apparsa una caverna.
Nonostante fosse uscita prima la console della Sony, quando dovetti scegliere, scelsi il nintendo 64 e subito mi accorsi di aver puntato sul cavallo sbagliato. Non che fosse brutto, ma a parte qualche gioco non ne rimasi particolarmente colpito. Qualche tempo dopo, intorno ai 10 anni credo, convinsi mio padre a comprarmi una Playstation, in quel periodo stavo a Palermo dove girando per le vie della città si trovavano cd modificati per sole 3 o 4 mila lire e la mia mente viaggiava al solo pensiero di quanti giochi mi sarei fatto comprare in quelle lunghe passeggiate.
Era quasi natale, ed ero sicuro che non avrei mai ricevuto il mio regalo in tempo.
Ovviamente il tizio del negozio disse a mio padre che non avrebbe fatto in tempo a preparare la Play entro le feste, che serviva più tempo che bla bla bla. Il mio simpatico padre una volta tornati a casa (Reggio C.) mi nascose che fosse riuscito a prenderla in tempo e mi lasciò per qualche giorno con il chiodo fisso che avrei passato le vacanze di Natale triste e sconsolato.
Ma poi a mezzanotte, vidi quella meraviglia.
Non riuscivo più a contenere la gioia, non vedevo l’ora che tutti i miei parenti fossero andati via, per dedicarmi anima e corpo alla mia nuova compagna. Non so come, ma dentro al pacco non c’era solamente la consolle ma anche: Tomb Raider, Crash Bandicoot 3, Kula World, Spyro the Dragon, Pandemonium, Gran Turismo e Metal Gear Solid, mica male. Tra una portata e l’altra iniziammo a giocare con i miei cugini più grandi a Metal Gear. Essendo in giapponese ci bloccammo quasi subito, ma che bellezza strisciare nei condotti dell’area, narcotizzare le guardie o semplicemente sentire gridare il colonnello quando si moriva “SNAAAAAAAKEEEE“.
Dopo aver fatto morire un migliaio di volte in un’ora Solid Snake, passai a Crash.
Era un qualcosa di mai provato prima, passai tutta la notte a giocarci, sognai di giocarci ed appena sveglio neanche colazione e via a rompere altre scatole. Si certo avevo già giocato a Super Mario quindi avevo una mezza idea di platform, ma quei livelli dalla durata di 2-3 minuti raggiungevano per me la perfezione.
Altro gioco che trovai splendido, fu Pandemonium.
Alla fine erano tutti platform, anche Kula si riduceva a risolvere puzzle con un pallone. Ma c’era qualcosa che riusciva a tenermi incollato di fronte alla Playsation ore e ore per la gioia dei miei genitori. Per Spyro e Tomb Raider non credo ci sia bisogno di soffermarsi più di tanto, visto che (credo) la mia generazione sia cresciuta con queste pietre miliari. Parlando di generazioni, ho vissuto il periodo della mia adolescenza tra la fine degli anni 90 e inizio 2000.
Spesso su Facebook leggo quelle immagini postate da non so chi, che dicono ” altro che playstation il vero divertimento era giocare con un pallone, nascondino etc”. Come dicevo, per la mia particolare età mi son trovato nel pieno boom tecnologico, dalle consolle, cellulari e pc. Per Boom intendo che prima non c’era quasi nulla, ed era una novità per tutti. Quindi ho potuto provare in prima persona le emozioni che dava nascondino o giocare con un pallone in cortile, sia stare ore ed ore davanti la Playstation.
E avendo visto cosa mi poteva offrire quella scatola grigia, scelgo nettamente la seconda.