La scorsa estate dopo l’ennesima birra, un mio amico mi ha detto ” Oh ma ti sei mai visto Black Mirror ? Parla di un politico che deve fare sesso con un maiale in diretta nazionale”.
Ovviamente la trama dell’intero telefilm non è questa (non spoilero nulla) ma ai tempi non potevo saperlo perchè alla sua domanda dovetti rispondere di no. Qualche tempo dopo grazie a Netflix, continuando a vederlo tra i suggerimenti cominciai a guardarlo. Inutile dire che l’ho divorato, anche perchè si tratta di 7 episodi quindi in poco meno di una settimana si finisce.
Ritornando a quello che mi era stato chiesto in quella notte d’estate, si nella prima puntata “The National Anthem” viene rapita la principessa Susannah, membro molto amato dalla famiglia reale ed il riscatto è fissato con una strana richiesta: il primo ministro inglese, deve far sesso con una scrofa in diretta tv. Il ministro è obbligato a fare una terribile scelta e intorno a questa decisione ruota tutto il senso della puntata.
La nostra società abusa dei social.
In questo mondo dove tutti quanti appaiono perfetti o vogliono dimostrare di avere una vita WOW nei vari Social, la famiglia reale rappresenta l’emblema nazionale, infatti dall’esterno sembra che la loro vita sia meravigliosa ma effettivamente (come accade su Facebook) non possiamo dimostrarne il contrario. Tipo quando muore un vip, come disegnerebbe Zerocalcare (ma lo penso anche io) tutti a scrivere che sono tristi, che adesso le giornate saranno tristi et similia.
Ma voi credete veramente che quello che appare sui social sia tutto vero?
In National Anthem questo alone di mistero può essere finalmente svelato. Tutto il popolo è con il fiato sospeso poichè la storia diventa virale in tutto il mondo in men che non si dica. Ovviamente sui vari social (eridaje) ognuno commenta e suggerisce cosa dovrebbe fare il primo ministro. Quindi, dovrebbe accettare di umiliarsi pubblicamente facendo sesso salvando la principessa, oppure per non perdere credibilità davanti gli occhi del popolo dovrebbe lasciare integra la sua immagine lasciandola nelle mani del rapitore?
Il bello del telefilm è che parte in un modo ma il reale focus si concentra su un’altro tema; un pò come succede nei Simpson, se ci fate caso la puntata inizia in un modo ma poi il tema importante è completamente un altro.Mi son fermato di più su questa puntata perchè è la prima e serve a farvi capire quali messaggi trasmette Black Mirror.
Come avrete capito in Black Mirror bisogna saper leggere la chiave allegorica presente in ogni episodio.
Il regista guarda con occhio critico l’intera società, proponendo in ogni puntata un derivato della tecnologia ma lo racconta in modo imparziale. Sembra quasi affascinato da quello che potrebbe accadere in futuro, ma mostra come l’uso eccessivo possa rovinare in un attimo intere vite (o migliorarle).
Uno degli episodi che mi è piaciuto di più oltre al citato National Anthem, è “Ricordi pericolosi”. In questo futuro ogni umano è dotato di un chip che registra attraverso gli occhi tutto quello che succede. Può essere visto sia in maniera introspettiva, sia tutti i ricordi possono essere condivisi in un attimo su un normalissimo televisore con tutti i presenti.
Pazzesco!
Ma di recente, credo la Sony ha brevettato qualcosa di simile, quindi non sorprendetevi se vedrete una cosa del genere in un prossimo futuro.
Tutti gli episodi sono auto conclusivi, le storie non sono collegate tra di loro ed i protagonisti cambiano di puntata in puntata. Questa è una serie andata in onda negli Stati Uniti nel 2011 che ha come regista Charlie Brooker (autore di Dead set) e dopo un rallentamento nella produzione, mamma Netflix (sempre sia lodata) ha comprato i diritti di Black Mirror e ha dato carta bianca al regista. Al momento l’ultima puntata è “White Christmas” forse la più bella, era stata concepita come se dovesse essere un’intera stagione di fatti ha un’intreccio narrativo molto complesso (è davvero stupenda).
Non sto qui a raccontarvi ogni singola puntata.
Il cast è composto da attori fenomenali, infatti adesso recitano in serie famose come Sense 8, Penny Dreadful, Agent Carter o Kimmy Schimdt. Riprese accurate, fotografia perfetta continui intrecci, plot twist, suspance e chi ne ha più ne metta fanno di Black Mirror una delle serie più bella di sempre (o almeno di quelle viste fino ad ora su Netflix).
Lo specchio nero fa un’analisi profonda sulla società in cui viviamo ed a volte fa quasi paura per quanto abbia ragione.