Mascherere, simboli e V for vendetta

V FOR VENDETTA

Tempo fa avevo parlato del film più brutto che abbia mai guardato.

Oggi invece vi racconto di un capolavoro che assieme a dinosauri, nazisti e serie tv futuristiche, merita di stare nel mio personale olimpo televisivo.

Tutto gira attorno a maschere e simboli.

Si perché «La maschera di Guy Fawkes ora è diventata un simbolo collettivo, un’espressione conveniente da usare nelle proteste contro la tirannia – ed io sono felice che le persone la usino, sembra abbastanza unico che un’icona della cultura popolare sia usata in questa maniera». Queste parole sono state dette da David Lloyd, il disegnatore della graphic novel da cui è tratto il film; V for vendetta.

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La storia è ambientata in un Regno Unito futuristico e distopico, governato da un regime repressivo simile a quello del romanzo 1984 di George Orwell, guidato dall’Alto Cancelliere Adam Sutler. Seguiamo le vicende dell’eroe senza volto “V” e di Evey (Natalie Portman) pronti a mostrare la verità al popolo, agendo per vie non sempre legali, ma che alla fine riescono ad ottenere ciò che vogliono, ovvero la ribellione.

Riguardando il film oggi, non riesco ancora a capacitarmi di come tanti temi non siano stati censurati.

Nella nostra società dove la libertà d’espressione è schiacciata sempre di più, trattare argomenti delicati come quelli politici, rivolte popolari et similia non può che essere un segnale positivo.

Il messaggio che passa per tutto il film però, non è dei migliori, perché mostra la nostra società passiva che subisce ogni genere di soprusi, che crede a tutto quello che gli viene raccontato attraverso le propagande politiche, la televisione ed i giornali.

Una sorta di teoria ipodermica (bullet theory) o teoria dell’ago ipodermico del nostro secolo, che dovrebbe farci riflettere, dato che 50 anni fa il popolo non aveva la possibilità di informarsi, quindi tutto ciò che veniva recepito dai mass media era molto persuasivo. Oggi invece, quasi ogni persona nel mondo ha la possibilità in un attimo di collegarsi ad internet e poter controllare la veridicità di quello che gli viene detto.

Ritornando al film, la società stanca di essere schiacciata sempre di più, decide di reagire e di marciare verso un luogo simbolico, il parlamento.

Questa scena è stata fonte di inspirazione per gli Anonymous, dove grazie alla realtà virtuale di internet, hanno deciso di aiutare in forma anonima, la parte del popolo senza voce. Questo gruppo di attivisti, si caratterizza per attività di protesta effettuate online, e in pubblico, nella vita reale, i partecipanti alle manifestazioni si mostrano con indosso la maschera di Guy Fawkes.

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La distruzione dell’edificio è uno dei messaggi più potenti che passano all’interno del film.

Il luogo dove tutto viene deciso, dove i potenti scelgono cosa fare e cosa lasciare al popolo, non c’è più.

Viene distrutto un qualcosa appartenente ad un altra epoca, che dovrebbe lasciare spazio ad un’altra generazione, che in quel momento è scesa in piazza a protestare con il faccione sorridente di Guy Fawkes.

Ma chi é questo personaggio?

É stato un militare e cospiratore inglese. Era membro di un gruppo di cospiratori cattolici inglesi che tentarono di assassinare con un’esplosione il re Giacomo I d’Inghilterra e tutti i membri del Parlamento inglese riuniti nella Camera dei Lord per l’apertura delle sessioni parlamentari dell’anno 1605, complotto passato alla storia come la congiura delle polveri, ma il 5 novembre il piano fu scoperto. Da allora, ogni 5 novembre, i bambini del Regno Unito vanno in giro per il paese con dei fantocci, recitando una filastrocca che ringrazia Dio per aver salvato il Re dall’attentato, a chiedere soldi da dare ai genitori per comprare i fuochi per il falò in cui vengono bruciati i fantocci nella simbolica ripetizione dell’esecuzione dei congiuranti; La celebrazione è nota con il nome di Guy Fawkes Night ovvero La notte di Guy Fawkes (Wikipedia).

Ad Alan Moore (lo scrittore della Graphic Novel) non è piaciuta la versione cinematografica.

Che poi ammettiamolo tutti, hanno o un amico, o conoscono qualcuno che dice sempre “e ma il libro era tutta un’altra cosa” o “cambia completamente dal fumetto” o cose così.

Questi amici dovrebbero capire che il film è un altro mezzo di comunicazione perciò tutto quello che si percepisce con altri media, non può essere replicato.

L’importante è che il messaggio rimanga lo stesso, e a mio avviso, quello che viene mandato in questo film è abbastanza forte.

Per me è una goduria vedere invece che leggere; la distruzione dell’ Old Bailey dopo che “V” recita «Ricorda per sempre il 5 novembre, il giorno della congiura delle polveri contro il parlamento. Non vedo perché di questo complotto nel tempo il ricordo andrebbe interrotto» con sottofondo l’Overture 1812 di Tchaikovsky?

Ma volete mettere?

Si parla anche di vendetta.

Si perché “V” fa tutto questo sia per far aprire gli occhi al popolo, ma anche per una vendetta personale. Dato che tutte le persone a cui da la caccia, molti anni prima lo avevano seviziato e torturato, per scopi militari. La sua però é una vendetta particolare, quando uccide le sue vittime lo fa con dolcezza, senza farle soffrire, lasciando un fiore alla vittima.

Un bel controsenso insomma, che rende la morte “leggera”.

Tutto questo é quello che penso quando vedo V for vendetta, ora capite perché si merita un posto d’onore nella mia personale classifica?