Tra sogno e realtà: il castello errante di Howl

Nell’infanzia di ogni bambino arriva il momento in cui si scoprono i classici Walt Disney.

Anche a me é toccato questo momento, e da li in poi quando sentivo la parola “cartone” o “cartone animato” in mente mi venivano solo il Re Leone, Aladdin, Hercules o altri.

Mi piacevano così tanto, che quando vidi The Lion King al cinema, lo volevo assolutamente in videocassetta. Ma provate voi, a spiegare ad un bambino capriccioso di 5 anni, che bisogna far passare mesi prima che la versione cinemetografica, arrivi nei negozi. Non volevo sentire ragioni, ed ai tempi non si poteva scaricare da internet o altro, quindi mia madre per farmi tacere mi comprò la versione tarocca della Stardust.

Traumi.

Re Leone

Comunque crescendo, vedevo che oltre ai soliti cartoni, ne uscivano tanti altri, fatti al computer, francesi, anime, violenti, divertenti, insomma il parco titoli era diventato piuttosto ampio.

Ma c’era una frase che sentivo spesso nelle pubblicità e che mi incuriosiva:

Dal maestro d’animazione Hayao Miyazaki.

Fatte un po di ricerche ho scoperto che il maestro, è un regista, sceneggiatore, animatore, fumettista e produttore cinematografico giapponese. Il suo nome è inoltre intimamente legato a quello dello Studio Ghibli, studio cinematografico d’animazione da lui fondato nel 1985 insieme al collega e mentore Isao Takahata ed oggi ritenuto uno dei più importanti del settore.

È considerato uno dei più influenti animatori della storia del cinema e secondo molti il più grande regista d’animazione vivente: la sua figura è stata paragonata più volte a quella di Walt Disney per l’importanza dei suoi contributi nel settore dell’animazione. A Miyazaki secondo molti critici è da attribuire il merito, insieme ad altri colleghi, di aver contribuito ad eliminare lo stereotipo dell’animazione giapponese come di una realtà cinematografica e televisiva inferiore o comunque di valore artistico nullo (riadattato da Wiki).

il castello errante di Howl hayao miyazaki

Letto ciò rimasi di stucco.

Come era possibile che non ne sapessi nulla?  E come me chissà quanti altri. Forse proprio perché i cartoni animati giapponesi erano spesso associati a cartoni, che oltre ad un certo livello non potevano andare. Non facevano il salto di qualità, insomma non potevano ambire ai grandi classici, e la “guerra” cartoni americani vs giapponesi, si é protratta nel tempo. Anche se da una parte credo, che crescendo, diciamo dai 16 anni in sù questi cartoni si apprezzino meglio.

Comunque corsi ai ripari cercando di colmare le mie lacune.

Inutile dire che questi film sono di un livello superiore. Persino meglio dei classici Disney.

Ma allora perché non vengono fatti vedere questi, ai bambini capricciosi?

Semplice, perché sono troppo belli e difficili da capire.

Nei cartoni animati americani, oltre la solita morale o storia che si trova in ogni cartone, si punta a far divertire il pubblico. Non bisogna sforzarsi, si ha uno spettacolo d’intrattenimento di un ora e mezza (giustissimo, per carità) a volte veramente ben realizzato e divertente, ma finisce la.

Gli altri invece sono a tutti gli effetti film, dove i messaggi non sempre sono chiari, che lasciano spazio ad immaginazione e teorie. Ma che comunque cercano di mandare dei messaggi quindi il target dei bambini non sembra essere quello perfetto.

Per guardare un film dello studio Ghibli, bisogna saper sognare.

Si, perché quando ho guardato il Castello errante di Howl per la prima volta, ho sognato.

Le immagini che si sovrappongono e realizzano le sequenze animate sembrano essere disegnate da dei pittori.

Quello che si vede sul televisore, è difficilmente replicabile nella vita reale.

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Sicuramente, rimango molto affascinato e molto colpito perché le ambientazioni fantasy, o il genere fantasy in particolare mi piace, e i temi trattati e le storie (del maestro) spesso parlano di questo.

Ma in fondo non è importante il contesto, ma il messaggio.

La città dove è ambienta la storia ricorda nei vestiti e nell’architettura l’Europa degli inizi del Novecento, ma in un mondo in cui è presente la magia. Gli avvenimenti si svolgono in una nazione fantastica che ricorda l’Alsazia degli anni precedenti alla prima guerra mondiale e l’ambientazione che riecheggia la Vienna imperiale dell’800, nonché le automobili e le macchine da guerra volanti che vi si vedono, tutte mosse dalla forza del vapore, caratterizzano l’opera come appartenente al filone steampunk.

Le musiche che fanno da contorno, scaldano il cuore.

Per chi non conosce la storia farò un breve riassunto:

Sophie è una ragazza semplice, appassionata del suo lavoro, che a soli 18 anni gestisce il negozio di cappelli del padre defunto, passando così l’intera giornata tra il negozio e la casa. Mentre va in panetteria a trovare la sorella minore, Lettie, viene importunata da due gendarmi, presenti in città per l’imminente guerra, ma è salvata da un avvenente ragazzo, il misterioso mago Howl, il quale prova subito simpatia per la ragazza. Tornata in negozio, Sophie riceve una visita della Strega delle Lande Desolate a causa delle attenzioni ricevute da Howl: la strega da tempo ricerca il cuore di Howl per averlo tutto per sé, e scaglia una maledizione sulla ragazza, trasformandola in un’anziana donna e impedendole di rivelare la verità sulla propria condizione. Impaurita dal nuovo aspetto e temendo la reazione dei suoi familiari, Sophie scappa via.

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I messaggi che si possono trovare all’interno di questo cartone sono infiniti, ma in queste poche righe troviamo a mio avviso quelli più belli.

La trasformazione di Sophie, che da giovane in un attimo diventa un anziana e dolce signora, lascia intendere che quella povera ragazza si sente schiacciata dalla solita routine giornaliera ed il fatto che dovrà gestire il negozio del padre (una scelta obbligata) la proietta in un attimo nella sua vecchiaia.

Ad indicare che la sua vita, sarà tutta quella, senza scelta, senza cambiamenti.

L’incontro con Howl invece è la sua salvezza, perché grazie all’amore ed i continui viaggi del castello, Sophie si sente di nuovo libera, si sente amata e protetta e l’ignoto del suo futuro, e non più la certezza del suo passato, l’affascina più che mai.

Aggiungo qualcosa anche sul personaggio di Howl, i continui cambiamenti di luoghi, tutti i nomi che gli vengono affibbiati, sono quelle di un ragazzo che non ha mai incontrato l’amore, che illude le ragazze con cui è stato, testardo e arrogante.

Ogni giorno per nascondere il suo aspetto (maledetto), si chiude in bagno per farsi bello ma come viene raccontato “il giorno in cui Howl si dimenticherà di svolgere la sua routine quotidiana per il proprio aspetto, sarà il giorno in cui lui è davvero innamorato.”

Inutile dirvi che  Sophie è la ragazza che lo farà mostrare per quello che é realmente.

Il castello errante di Howl hayao miyazaki 

Tutte queste sono considerazioni di un ragazzo di 27 anni, ora capite perché non sono cartoni adatti a bambini capricciosi ?